Al Sud cresce il lavoro, ma la sfida resta la produttività

Il Mezzogiorno italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Tra il 2022 e il 2024 il PIL del Sud è cresciuto dell’8,6%, superando Nord e Centro, e l’occupazione è aumentata del 2,2%, con un boom nel settore edilizio (+6,9%). A trainare la crescita sono gli investimenti infrastrutturali del PNRR, che ha destinato al Sud oltre 59 miliardi di euro. Ma dietro i numeri ci sono persone che scelgono di restare, tornare o costruire impresa nel proprio territorio, ridefinendo l’identità del Mezzogiorno. La sfida principale resta la produttività, che richiede investimenti in capitale umano, competenze e innovazione per trasformare la ripresa in sviluppo duraturo. Nuove filiere della conoscenza – tra università, imprese e comunità locali – stanno generando lavoro qualificato e innovazione. Infrastrutture e capitale umano si intrecciano: collegare i territori significa anche renderli più attrattivi e sostenibili. Il Sud diventa così un laboratorio di rigenerazione economica e sociale, dove crescita e impatto si incontrano. Indìco Società Benefit invita a partecipare a questo racconto collettivo: la rinascita del Sud come scelta di vita, impresa e comunità.

CONTABILE FISCALE E REVISIONE

Simonetta Murolo

10/29/20253 min read

Al Sud cresce il lavoro, ma la sfida resta la produttività

Un Mezzogiorno che cambia ritmo

Per decenni, la storia del Sud Italia è stata quella delle partenze: generazioni di giovani che lasciavano la propria terra per cercare altrove opportunità di lavoro, crescita, stabilità.

Oggi, qualcosa sta cambiando. A dirlo è Andrea Mandalà su Internazionale, il quale nel suo articolo racconta come tra il 2022 e il 2024 il PIL del Mezzogiorno è cresciuto dell’8,6%, più di quanto abbiano fatto Nord e Centro (Rapporto SVIMEZ 2025).
Un segnale importante che non parla solo di economia, ma di trasformazioni più profonde — sociali, culturali e produttive — che stanno riscrivendo la narrazione del Sud.

Investimenti e ritorni

La spinta arriva soprattutto dai grandi investimenti infrastrutturali del PNRR, che ha destinato al Sud almeno il 40% delle risorse territorializzabili, pari a oltre 59 miliardi di euro su un totale di 145 miliardi (fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Relazione 2024): cantieri stradali e ferroviari, reti portuali, progetti ambientali e nuove imprese locali vogliono ridisegnare il tessuto economico meridionale.

Nel 2024, l’occupazione nel Sud è cresciuta del 2,2%, contro una media nazionale dell’1,6%. Nel settore dell’edilizia l’aumento è stato del 6,9% (fonte: ISTAT, ANSA 2024).

Dietro i numeri, però, ci sono le persone: storie di chi sceglie di restare o tornare, investendo nel proprio territorio.

Voci dal Sud

“Ho costruito competenze spendibili, ho studiato i bandi e le opportunità locali e ho creato connessioni con la community della mia terra: il ritorno al Sud non è più un sogno romantico, è una strategia possibile.”— Lavoro al Sud

“La scelta di tornare significa vivere vicino alle radici senza rinunciare alle opportunità professionali: con analisi, preparazione e network, ho deciso che contribuire allo sviluppo del territorio potesse essere anche la mia carriera.”— Lavoro al Sud

“Diventare ‘terroni’ e vivere felici — dice Alessandro Brunello, imprenditore digitale milanese trasferitosi a Taranto — è stata la mia scelta di libertà.”— Adnkronos – Demografica

Competenze e produttività: la vera sfida

E tuttavia, la ripresa del Sud non può basarsi solo su fondi pubblici o incentivi, ma deve fondarsi su capitale umano e produttività.

Nel suo intervento “Eppur si muove: l’economia del Mezzogiorno dopo la crisi” (2024), il governatore della Banca D’Italia Fabio Panetta ha evidenziato quanto sia cruciale investire in competenze, istruzione e innovazione per trasformare la crescita in sviluppo stabile e duraturo.

Oggi, nel Mezzogiorno, si stanno rafforzando nuove filiere della conoscenza: università, imprese e comunità locali collaborano sempre più spesso per creare innovazione e lavoro di qualità.
La sfida non è colmare un divario, ma liberare pienamente il potenziale di competenze e creatività che il Sud possiede — e che rappresenta il suo vero vantaggio competitivo.

Infrastrutture e prossimità

Investire in infrastrutture significa molto più che accorciare distanze: vuol dire rendere i territori accessibili, attrattivi e connessi al resto del Paese.
I lavori del PNRR puntano a migliorare connessioni e competitività. Tra i progetti più significativi rientra senza dubbio il ponte sullo Stretto di Messina: un’opera discussa da decenni, che per molti rappresenta un simbolo di connessione e di visione nazionale, al di là delle complessità tecniche e ambientali.

Il passo decisivo sarà unire infrastruttura fisica e infrastruttura umana — creare lavoro di qualità, formare competenze nuove, dare stabilità alle comunità.

Una nuova forma di prosperità

Il Sud di oggi non è più soltanto il luogo delle partenze.

È un laboratorio vivo di cambiamento, dove giovani professionisti, imprese e istituzioni sperimentano nuovi modi di fare sviluppo. Come mostra il reportage di Internazionale, investire nel Mezzogiorno significa costruire valore sociale e ambientale, generando impatto reale: economico, ma anche umano.


È la sfida di un territorio che vuole crescere, riducendo i divari e restituendo alle persone il diritto di scegliere dove vivere e lavorare.

Call to Action

In Indìco Società Benefit crediamo che la rigenerazione economica passi dalle persone: competenze, impresa, comunità.
La crescita del Sud è un’occasione collettiva per ripensare modelli di sviluppo fondati sull’impatto, la collaborazione e la cura dei territori.

Condividi la tua esperienza di ritorno o di impresa al Sud: scrivici o tagga @indicobenefit
Raccontiamo insieme il nuovo racconto del Mezzogiorno che cresce.

Simonetta Murolo

18 Agosto 2025

2 min read